Ed è subito Natale
Una speranza. Un sogno che si avvera.
Qualcosa, ma, soprattutto, Qualcuno.
Qualcuno che nasce perché Qualcuno, Qualcosa rinasca.
L’Entusiasmo rinasca! Poter gridare al mondo, svegliarlo!
Capaci ancora di sorridere, di amare, di dire al fratello: “Fratello mio!”
Il Padre ci ha chiamato, prima che diventassimo sensibili a lui, prima che imparassimo ad aprire le orecchie: Figlio mio, tu sei! Figli miei, voi siete! Natale … cosa è? Natale è sentirsi dire: Figlio mio, tu sei! Figli miei, voi siete! Abbiamo bisogno di gesti che facciano capire che cosa è essere figli, non unici, essere Comunità – Famiglia – Chiesa.
Per Natale si parla di auguri: L’Augurio è un presepe fatto con le mani, collocato dovunque vi sia possibilità di incontrarsi per apprendere la Parola, per trovarsi insieme, per vivere. Il Natale che sia fatto così.
Gli auguri siano fatti così: in modo semplice, fatti a mano, … insieme. La vita è fatta così. Che tutti costruiscano almeno un pezzetto, che tutti facciano almeno un passo, che accolgano almeno un gesto, che dicano o ascoltino almeno una Parola, che ammirino almeno un Bimbo. Che facciamo crescere quel Bimbo nella comunità dei fratelli in Cristo!
Che io faccia crescere il “Rallegrati”, grida di gioia, esulta e acclama con tutto il cuore.
Il Signore ha disperso il tuo nemico. Il Signore è in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura.
In questi giorni proclama: «Non temere, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».
Una Comunità lieta di riunirsi nel nome del Signore che fa festa perché la festa c’è; perché spera e ama, perché crede fermamente di poter ancora dare una Speranza all’Uomo.
Chi vuole collaborare e cooperare per costruire speranze per ogni famiglia, sapendo che la forza del Signore si manifesterà non quando faremo grandi Messe o solenni Celebrazioni, ma quando le famiglie si sentiranno liete di riunirsi nel nome del Signore e quando, da ogni casa, il mattino del primo giorno, papà, mamma e figli usciranno per venire a lodare e ringraziare il Signore nella Famiglia delle Famiglie di Dio; quando non ci sarà più bisogno di uscire dalle Famiglie dei figli di Dio e dalla Famiglia delle Famiglie di Dio per andare a costruire fittizie famiglie, fittizie comunità, se nelle famiglie ancora non troviamo il Signore.
Progressivamente, possiamo divenire Famiglie della Famiglia di Dio!
Auguri: un modo di essere da seguire nel Natale, insieme, dopo Natale.
La Parola di Dio si fa Carne
- Parola preannunciata dal profeta Isaia
- Verità storica proclamata da san Paolo apostolo
- Parola – Storia (Vita) narrata dal vangelo secondo Luca
“Verbo Incarnato”: La Parola si è fatta Carne. L’evento si realizza come Storia della Salvezza nella Storia della Umanità. La Parola del Padre si è fatta Carne Umana nel Figlio Gesù.
Storia di una Salvezza promessa (improbabile e impossibile da realizzare per le forze umane); Storia di una Salvezza che si realizza sicura per le “debolezze” di Dio, nel Nuovo Popolo di Dio.
Incapaci di stupirci, nel tempo presente, di fronte all’evento diciamo: “E cosa sarà mai!”. Come fosse accadimento del tutto normale. Questo “Cosa sarà mai!” non spiega e non significa nulla.
La Parola di Dio si faccia Carne, abbia l’odore di Gesù Cristo (“odore delle pecore”).
La parola umana sia quella dei Pastori del Presepio e penda dalla parola di colui che Gesù ha stabilito come centro di Unità nella Fede, che alle pecore del presepio ci riporta e a quei pastor. (Francesco).
Non accontentiamoci di “fare un presepio”. Facciamolo vivere.
Basta con la parola quando si fa soltanto “chiacchiere, chiacchiericcio” (Benedetto XVI), inizi ad essere “Parola” con la “P” maiuscola di Parola di Dio.
Facciamo una vita da presepio, non statuine: correre, entusiasti, gioiosi, come Popolo, ad ascoltare la Parola, ricevere il Pane. Quando, poi, si esce dalla riunione della Comunità, con la Parola e il Pane, facciamo sentire la Parola che abbiamo ascoltato, facciamo vedere ed assaggiare il Pane che abbiamo mangiato. Facciamo vivere la Potenza dello Spirito che fa comprendere che “Egli ama”, anzi: “Egli è Amore”: uomini capaci di accogliere, sentire e donare amore verso Dio e verso l’uomo.
Davvero, allora: Auguri!
Vi annunzio una grande gioia:[2]
Oggi vi è nato un Salvatore, Cristo Signore.
Nel momento nel quale la Parola “accade” comincia la Storia. Quando la Parola, in qualche modo, si fa Carne, allora la Parola è perfetta, completa (come se qualcosa o qualcuno potesse completare Dio).
- Paolo scriveva: Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. [3]
Come S. Paolo affermava, ogni credente in Cristo non “deve”, ma sente il bisogno di completare l’opera di Cristo nella sua carne e nella carne del mondo. Cristo non è completo fino a che la libertà dell’uomo non gli permetta il completamento della Salvezza che necessita di attiva partecipazione.
Così: Dio si serve della Storia dell’uomo per completare la Storia di Salvezza
Dio non ha una Storia “sua”; né ha una Storia separata, diversa da quella dell’Uomo. La Storia non è “di Dio”: Dio non ha una Storia perché è al di fuori della Storia, la Storia è dell’Uomo, di tutto ciò che “si fa”, che avviene, che accade giorno dopo giorno, con un prima e un poi. Dio non ha un prima e un poi. Dio è. E’ il Vivente. Non “si fa”.
La Storia in Dio è “Storia di Salvezza” e la Salvezza riguarda “altri”, non riguarda Dio. Perché la Salvezza accada è necessario che “Qualcuno” la riceva, la accolga. Nel momento in cui “qualcuno” accoglie “la Salvezza” questa da “eterna – per sempre” diventa di “un momento, di adesso, di oggi” diventa “Storia”.
Dal momento che “sofferenza” esiste, chi “è” e non “accade”, pone una nuova stagione, quella dell’Amore che “si fa” nella meraviglia generata dall’Amore, insolito nella Storia dell’Uomo.
Ecco la Storia: Dio disse. Così accadde. Così accade.
Dio si inserisce nella Storia dell’uomo
Un decreto di Cesare Augusto ordinò il censimento che fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria.
Giuseppe salì in Giudea, a Betlemme; la sua sposa diede alla luce il figlio, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia.
Per loro non c’era posto nell’alloggio.
La Notizia Nuova è per alcuni pastori.
“In principio” Adamo, l’Uomo, aveva detto: Ho avuto paura perché sono nudo.
Oggi: Un bambino, sulla paglia, non ha paura perché è nudo.
Un Angelo del Signore – Parola di Dio – si presenta ad Uomini – Pastori e non dice non abbiate paura, ma: non temete. Vi annuncio, per tutto il popolo: nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Il segno di Dio, zelo del Signore, diverso da quello dell’uomo: un bambino, un figlio, nato, avvolto in fasce. Ci è stato dato, adagiato in una mangiatoia, ma è Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace e gli Angeli, scossi dal loro “far nulla”, se non la Gloria di Dio, proclamano:
«Gloria a Dio e, sulla terra, pace agli uomini, che egli ama».
La Notizia Nuova è evidente: figlio mio, figli miei, è apparsa la grazia di Dio!
Stanchi di sole parole.
Dio è dono: ispirazione, sogno, pensiero, parola, Parola e Carne (Pane), Chiesa, Spirito.
Quando venne la pienezza del tempo, (attesa dal Creato) Dio mandò il suo Figlio, perché ricevessimo l’adozione a figli per dire a Dio: Padre nostro!
Il popolo, che camminava nelle tenebre, ha visto una grande luce.
Cantate, quindi, al Signore un canto nuovo: Hai moltiplicato la gioia, perché tu hai spezzato il bastone dell’aguzzino. Quale aguzzino? Il male e il malvagio che fino ad oggi hanno imperato nel mondo ed ora si trovano al termine del loro dominio. La Storia era scritta, e non è più, da soldati che marciavano rimbombando e che indossavano mantelli intrisi di sangue. Questo Figlio insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani; a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo per formare per sé un popolo pieno di zelo per le opere buone.
Mi dimenticavo: Auguri!! Augurio di ogni bene
L’augurio diviene vero se, come i pastori, andiamo, senza indugio, a trovare Maria e Giuseppe e il Bambino.
Impegniamoci a riferire a tutti ciò che ci è stato detto; quelli che udranno si stupiranno di ciò che riferiremo.
Custodiamo tutte queste cose, meditandole nei cuori. E glorifichiamo e lodiamo Dio per ciò che abbiamo udito e visto.
Dopo l’augurio, un invito; poi il benedire:
Scegli e occupa il tuo posto nella Comunità dei Credenti.
Ti benedica il Signore e ti custodisca e ti conceda pace. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Quale ruolo nella fede ti senti chiamato a svolgere?
Che l’aggettivo Cristiano, apparentemente quasi un accessorio, possa essere detto di ogni credente quando si attribuisce il titolo di “Popolo del Signore”.
Siamo soltanto all’inizio[4]
[1] Natale del Signore Is 62,1-5;Salmo 88,4-5.16-17.27.29;At 13,16-17.22-25;Mt 1,1-25
[2] 25 Dicembre, Natale del Signore: Is 9,1-6 \ Tit 2,11-14 \ Lc 2,1-14;Is 62,11-12 \ Tt 3,4-7 \ Lc 2,15-20;Is 52,7-10 \ Eb 1,1-6 \ Gv,1,1-18
[3] Colossesi 1,24
[4] 2018-1-1 MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO, Numeri 6,22-27; Galati 4,4-7;Luca 2,16-21