Chi è Dio?! Cosa è di Dio, cosa è di Ciro?[2]

Ciro il Grande: la sua santità nella Bibbia

Sapevate che l’imperatore persiano Ciro è stato dichiarato Santo? E chi e come lo può aver fatto Santo? si dirà. Risposta: La Parola di Dio, scritta nel Profeta Isaia.[3] Chi sarà stato mai, dunque, questo Ciro per essere dichiarato santo?
Ciro fondò uno dei più grandi imperi della storia conquistando il mondo per mezzo di leggi giuste ed umane, non attraverso le armi e liberò dalla prigionia il popolo di Israele. Di lui dice il Signore: Io ti ho chiamato per nome, ti ho reso pronto all’azione, anche se tu non mi conosci. Perché: Io sono il Signore, non ce n’è altri. Che cosa è di Ciro, del suo potere, dunque? Dio lo ha chiamato, Dio lo ha reso pronto all’azione; Ciro niente ne conosceva; Dio è il Signore. Nulla è di Ciro, tutto è dono di Dio![4]

Nella storia del mondo diremmo: con sagge decisioni Ciro fece ecc… ecc… e tutto sarebbe spiegato: la sua intelligenza e furbizia. No! Non accadde, tutto questo, per opportunità e capacità politiche: Dice il Signore del suo eletto, di Ciro: Io l’ho preso per la destra.[5] La Parola di Dio ha preso per mano Ciro e l’ha reso strumento della sua grazia. Israele sta vivendo da anni l’esilio babilonese, ma ecco sorgere all’orizzonte l’astro di Ciro che proclama un Editto: «Così dice Ciro re di Persia: Il Signore, il Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Chi ha ispirato e protetto Ciro non sono opportunità politiche, ma il Dio che Babilonia ha rattristato opprimendo popoli, certo non innocenti, infedeli alla Parola e al Patto con il loro Dio.

 Egli mi ha incaricato. Non io ho deciso: sono stato mandato per costruirgli un tempio in Gerusalemme, che è in Giudea. Non lo farò da solo: i vostri padri, furono infedeli al patto, non ci sono più. Fate rivivere, voi, il Patto, il Testamento del Dio degli Ebrei e ricercate la Parola, che avete smarrita, nascosta; tiratela di nuovo alla luce e rispettatela. Chi di voi proviene dal suo popolo abbia il suo Dio con lui e torni a Gerusalemme di Giudea e ricostruisca il tempio del Signore Dio di Israele: egli è il Dio che dimora in Gerusalemme.

Volontà di Dio è questa per mezzo di Ciro, Re di Persia, Santo per vocazione, chiamato da Dio a servizio della Parola e di Dio stesso, la sua Presenza, quasi smarrita, lontana in ricordi incerti. Ogni superstite, in qualsiasi luogo sia immigrato, riceverà dalla gente di quel luogo argento e oro, beni e bestiame con offerte generose per il tempio di Dio che è in Gerusalemme.[6]

Il Deutero Isaia chiama Ciro “messia”, cioè: “consacrato – eletto”.

 Riflessioni:

 Il fatto è notevole – degno di essere notato: Dio non fa preferenza di persone, né le classifica, né le divide, ma chiunque accoglie la sua ispirazione, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. Dio accoglie chiunque: l’uomo separa ed esclude. Quando non si è persone adeguate a guidare il popolo di Dio è necessario guardare oltre e ricercare, formare, ricostruire fedeltà, capacità di ascolto perché la Parola agisca e susciti strumenti di salvezza, esprimere guide sicure nel nome di Dio.
Che dobbiamo, di nuovo, aspettare che venga Ciro?
La Parola di Dio, oggi, chiede di “Rallegrarci” rendendo visibile la Bellezza di Gesù, il Figlio dell’uomo, innalzato sulla Croce e Risorto. Quale posto, nella vita, dobbiamo attribuire alla Parola di Dio che si fa Carne (Verbo incarnato) perché è Lui il Ciro che manca! Come i prigionieri di Israele, la Comunità Cristiana, oggi, dalla Sacra Scrittura tragga la preghiera: Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e piangevamo ricordandoci della Città di Dio. Si vuole che anche oggi il cuore canti: «Cantateci canti di Sion!». La risposta che possiamo dare: Come cantare i canti del Signore in terra straniera?[7] Siamo come ridotti in terra straniera, senza guida né popolo né condottiero.

Come, dunque, possiamo realizzare, oggi, qui, Bellezza?

Impossibile agli uomini, possibile a Dio.

 Le Sacre Scritture nelle celebrazioni dell’Epifania chiedono di tornare a casa per un’altra strada. Proviamo a farlo sapendo che Dio irrompe nella Storia e manifesta la sua Parola come un giorno nell’anno primo di Ciro, re di Persia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia. Ciro re dei Caldei, estraneo a Israele e alla Parola di Dio, quella ufficiale, diviene il mezzo della Presenza della Parola che si fa “carne”, storia, già nell’Antico Israele, nella Storia che tutta è Sacra, e che, rifiutata dai figli, è costruita da estranei più vicini dei figli. Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo. Per grazia siamo salvati mediante la fede. Questa salvezza non viene dalle opere, ma è dono di Dio che mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirci, perché aveva compassione del suo popolo.

Dio vuole che nessuno vada perduto, ma abbia la vita eterna.

  1. La Storia: sapessimo leggere la Storia come Storia Sacra! Ben altre imprese compiremmo per avverare la presenza di Dio nella Storia. Dalla Parola di Dio, che si è fatta “carne”, storia, nel Concilio Vaticano II°, abbiamo iniziato la conversione di tutto il Creato: Si tratta di portare la fede alla sua piena identità, togliendo dalla Fede ciò che solo apparentemente è fede, ma, in verità è convenzione e abitudine.

Questo compito e questa vocazione abbiamo volentieri accolto dalla Parola e vi stiamo lavorando, ci stiamo impegnando per sognare un mondo diverso e migliore. A questa Utopia, con Papa Francesco, crediamo. Insieme con lui la rendiamo credibilmente reale. Nelle scelte che la Comunità Cristiana sta compiendo tutto questo irrompe nella Storia. Come un tempo l’imperatore Ciro, così oggi ogni persona amante della Verità e della Giustizia collabori alla venuta del Regno riconoscendo giorno per giorno la Presenza e la Salvezza.

Preghiera: Padre, fa’ che nessuno abusi del suo potere, ogni autorità serva al bene di tutti. L’umanità canti al Signore un canto nuovo, narri la sua gloria, dica «Il Signore regna!».

Davanti al potere di Dio: l’uomo confonde il potere dell’Uomo, di Cesare e di Dio

 Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: Ipocriti. Quando dici: Io la spia non la faccio; prima di tutto la spia la fai a te stesso. E quando dici: Io non guardo in faccia a nessuno. Dico sempre quello che è vero … Perché lo dici? Per vedere come cogliere in fallo Gesù, o per affermare il tuo potere su tutte le cose mettendoti al posto di Dio e dei Fratelli? O per costruire il bene e il bello? E domandi ancora: “E’ lecito, o no?! Che male ho fatto? Che c’è di male?” Ti basta quello che dice la Legge? E il tuo cuore? Il cuore tu lo educhi? Lo educhi con la Legge? Qual è il tuo cuore? Cerca quale è il tuo Dio e quale è il tuo Cesare. Poi potrai dare a Cesare e a Dio. Cerca la sincerità del tuo cuore e vedi quale capacità hai di correggere con amore il fratello e quale capacità hai di accettare correzione dal fratello. Cosa rispondi a chi ti chiede aiuto per correggere e salvare il Fratello? Te la farò pagare?!

 Davanti a Dio, nostra salvezza, l’uomo ringrazia – rende grazie”.

 Il senso biblico, del termine ringraziare è ben diverso dal “ringraziare” umano: Paolo e Silvano e Timòteo cosa affermano della Chiesa dei Tessalonicési? Rendiamo grazie a Dio per tutti voi. Non dice: “Grazie”; ma Sempre rendo grazie a Dio per tutti voi. Certo si è contenti quando ci si sente dire: “Quanto sei carino!”. Parlando e pensando come l’Apostolo, invece, non è lodevole il comportamento di chi si squaglia di complimenti e di lodi davanti a qualcuno (Salvo, poi, non appena girato l’angolo, dimostrare ben altro). Rendere, allora, Grazie a Dio: ma per chi e per cosa? Per tutti voi! Ricordando l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza.
Perché tutto questo accade? Perché siete stati scelti da lui.
Ciò che fate, dite, e pensate, dipende, sì, dalla vostra parola, dai pensieri e dalle opere, ma, soprattutto dalla potenza dello Spirito Santo e dalla vostra profonda convinzione.

[1] 2018-4-11 IV QUARESIMA, 2 Cronache 36,14-16.19-23;Salmo 136,1-6;Efesini 2,4-10; Giovanni 3,14-21
[2] 2017-10-22 Domenica XXIX T.O. a Isaia 45,1-6; Salmo 95\96; 1 Tessalonicesi1,1-5; Matteo 22,15-21
[3] Non, come si dice, dal profeta Isaia: la Parola detta dal profeta trascende[3] e supera la parola del profeta stesso e travalica la parola dell’uomo per essere Parola di Dio.
[4] Ciro II di Persia (590 a.C. – 529 a.C.), noto come “Ciro il Grande” liberò i Persiani dal dominio dei Medi; nel 539 a. C. conquistò Babilonia senza combattere ed, a Babilonia, fu accolto come salvatore. Anziché reprimere nel sangue le velleità nazionalistiche, egli adottò una politica di tolleranza e di relative autonomie. Con un editto, permise agli Ebrei deportati a Babilonia, dopo la distruzione di Gerusalemme del 586 a.C., ad opera del re babilonese Nabucodonosor, di rientrare in patria, ricostruire il Tempio, porre fine alla cattività babilonese.
[5] DeuteroIsaia 45,1.4-6
[6] Esdra 1,2-4
[7] Salmo 137 (136), 4