1. Ci sarebbe di che arrabbiarsi di fronte a Gesù che afferma: “I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”. Ma come si permette? Per chi mi prende? Non è retto il modo di agire del Signore. Aspettiamo sempre che sia Dio a risolvere problemi, e quando lui dice: “Va’ a lavorare”, non vi andiamo. Non ci pentiamo nemmeno, così da credergli. Diciamo: E perché debbo andare io? E gli altri? Io coltivo la mia vite, le altre le curassero gli altri.
Perché debbo pensare a tutto io?
2. Cosa dobbiamo fare? Seguire l’esempio del figlio svogliato:
Non ne ho voglia. Ma poi si pentì e vi andò. Se ognuno svolge il suo compito da solo non si risolverà nessun problema, nesssun lavoro riuscirà bene.
Nessuna vigna sarà ben coltivata. Tutta la famiglia delle famiglie di Dio si mettano insieme a lavorare. Se il cuore malvagio si converte entrerà nel Regno.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria. Non cercate l’interesse proprio, anche quello degli altri.
3. La cosa migliore? Rimanete unanimi e concordi, con compassione e comunione di spirito e con la stessa carità. Renderete piena la mia gioia e sarà anche la vostra gioia. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Farete, così, vivere voi stessi e sarete felici di proclamare: Gesù Cristo è Signore!