Ancora da Babilonia giungerà la salvezza?
Il pensiero quaresimale di don Steno Santi: Chi ama di tutti ha fiducia.
“Il Signore aveva compassione di Israele suo popolo e mandò incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio”. Questo è un tradimento dell’Amore: “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce”.
Questa risposta all’Amore non ha bisogno nemmeno di giudizio e condanna: la Sacra Scrittura, senza esitazione, aggiunge: “Chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”.
Gli eventi di questi tristi giorni portano a pensare che il peccato di Caino si sta ripetendo. Un silenzio colpevole e ingannatore sta ancora coprendo il delitto di Caino verso il fratello Abele. E non si vuole nemmeno che Abele riceva soccorso.


Dio, nella storia di Israele, visto che il suo popolo non aveva alcun riguardo per la sua Parola, “suscitò lo spirito di Ciro”, un non ebreo, uno straniero, per annunciare e portare la salvezza promessa. Ciro da Babilonia, ascoltando i profeti, da Israele inascoltati, ordinò che fosse ricostruito il Tempio e la nazione di Israele.
La visita di Papa Francesco in Iraq ripete la storia di tremila anni fa? Dobbiamo pensare che la salvezza venga ancora una volta da Babilonia? Di ritorno da quei luoghi biblici Papa Francesco dice: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha incaricato” di annunciarvi che “per grazia siamo salvati mediante la fede; e ciò è dono di Dio”. La salvezza viene annunciata ancora una volta da Babilonia, la grande peccatrice.
La solidarietà potrebbe costituire salvezza e ciò non accade perché è sostituita dalla ricerca del possesso e del profitto.
Gesù ha sofferto un giorno la sua Passione, ora la sta di nuovo soffrendo nella sua Chiesa. Le critiche ad un Papa che annuncia e testimonia l’Amore di Gesù Cristo al mondo dimostrano che siamo divenuti come Scribi e Farisei che si vantano del Tempio e dei sacrifici, ma non sono capaci di accogliere la Parola fatta Carne.
Come duemila anni fa fu “innalzato il Figlio dell’uomo” sulla Croce, così oggi accade: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.
Da Dio può venire salvezza ma corriamo il rischio di relegarlo lontano dalle nostre coscienze. Non sempre è chiaro a noi che “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.
Che almeno il viaggio di Papa Francesco aiuti a comprendere che la salvezza non viene dal possesso e dal potere, ma è altrove: “chi crede in lui non è condannato”. Che le parole in Iraq possano aprire le coscienze alla Parola e, come l’imperatore Ciro un giorno, così papa Francesco possa essere segno di conversione e ricostruzione per la Chiesa, Popolo di Dio.

Più brevemente: 14 MARZO 2021 IV DOMENICA DI QUARESIMA – LAETARE – ANNO B
Ancora da Babilonia giungerà la salvezza?

Il pensiero quaresimale di don Steno Santi: Chi ama di tutti ha fiducia.

“Il Signore mandò ad ammonire Israele, ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio”. Dopo questo tradimento dell’Amore, Dio “suscitò lo spirito di Ciro”, che, da Babilonia, ordinò che fosse ricostruito il Tempio e la nazione di Israele.
Papa Francesco, in Iraq, da Babilonia, ripete che la salvezza non accade perché è sostituita dalla ricerca del possesso e del profitto. Le critiche ad un Papa che annuncia e testimonia l’Amore di Gesù Cristo al mondo dimostrano che siamo divenuti come Scribi e Farisei che si vantano del Tempio e dei sacrifici, ma non sono capaci di accogliere la Parola fatta Carne.
Che almeno il viaggio di Papa Francesco aiuti a comprendere che “chi crede in lui non è condannato”. Che, come l’imperatore Ciro un giorno, Francesco possa aprire le coscienze alla Parola ed essere segno di conversione e ricostruzione per la Chiesa, Popolo di Dio.