Il Vangelo non consente due atteggiamenti: sentirsi giudici e maestri nell’insegnare agli altri e comportarsi come padroni di qualcosa o qualcuno. La Sacra Scrittura ammonisce che non siamo noi a stabilire ciò che è bello e buono, ma che siamo chiamati ad eseguire ciò che il Padre e lo Spirito di Dio suggeriscono. La parola dell’Apostolo, quando prostriamo l’umanità davanti a noi, è: «Àlzati: anche io sono un uomo!».
Gesù ripetutamente e insistentemente ripete ai suoi amici: Dio solo è amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio. Voi siete miei amici: perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Gesù dice ancora ai suoi amici: Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone. E ricorda: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”.
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi».
Come si dimostra l’amore?
“Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore”.
Perché ci chiede di amare?
Perché “tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.
più brevemente: 09 MAGGIO 2021 VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO B
Quando prostriamo l’umanità davanti a noi l’Apostolo ricorda: «Àlzati: anche io sono un uomo!».
Dio solo è amore e ha mandato il suo Figlio, Gesù, che ci dice: Voi siete miei amici: perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Osservate i miei comandamenti”.
Ci chiede di amare “Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.