Gènesi 3,9-15.20; Salmo 97 (98); Efesìni 1,3-6.11-12; Luca 1, 26-38
(Anche pagina 45 ss. di “Le parole dicono che siamo cristiani”)

Dell’uomo peccatore è normale il sentirsi “nudo” davanti a Dio: non è bello e fa “paura”.
Se l’ideale umano è un Dio riparatore di cose non funzionanti come vorremmo, non si può far altro che sentirsi impotenti, “nudi” davanti a Dio.
Come Adamo, l’uomo peccatore ha necessità di nascondersi davanti a tutto ciò che svela i segreti dei cuori.
Il divino straccia i limiti imposti: è realtà non visibile con occhi umani: è nell’uomo Gesù quando si dirige decisamente verso Gerusalemme e verso la via della Croce.
Noi pure viviamo, intime, esperienze di sofferenza fino al termine della vita terrena. Coloro che affrontano con fede il dolore non abbiamo abitudine di chiamarli “santi” e facciamo male. Dovremmo riconoscere la santità che attraversa la vita come il popolo ebraico avrebbe dovuto farlo verso il Gesù che andava alla Croce accompagnato da una Donna di nome Maria, sua madre.

L’uomo di terra, invece, svia il discorso e accusa: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». E la donna vergognosa di sé e del suo essere donna scarica sul Demonio le sue responsabilità: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Divennero allora il primo uomo e la prima donna della storia attuale: il Dio di Gesù promette salvezza e liberazione dalla colpa.
Dio, pone la donna al centro, come mezzo di salvezza: “Io porrò inimicizia fra il demonio e la donna, fra la stirpe del demonio e la stirpe della Donna: la stirpe della Donna ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.
Questo è il Dio che ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati, per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo. In lui siamo stati fatti anche eredi, lode della sua gloria.
L’Angelo, come nell’annuncio a Maria, troppo in breve, sembra si sia allontanato da noi. Anche Maria si sentì così e si domandò: “Perché” davanti al Figlio che andava al Calvario.
Stupore di fronte al male presente, incapaci di vedere la luce del risorgere.
E’ questa l’ora di ripeterci quel saluto dell’Angelo, apparentemente illusorio e incomprensibile: “Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
Ed invocare quel Dio, ancora per noi ignoto, perché aiuti a proclamare: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

08 DICEMBRE 2021 IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Gènesi 3,9-15.20; Salmo 97 (98); Efesìni 1,3-6.11-12; Luca 1, 26-38
(Anche pagina 45 ss. di “Le parole dicono che siamo cristiani”)
L’uomo peccatore si sente “nudo” davanti a Dio: non è bello e fa “paura” perché svela i segreti dei cuori.
Il Dio di Gesù pone la Donna come mezzo di salvezza: “Io porrò inimicizia fra il demonio e la donna, fra la stirpe del demonio e la stirpe della Donna”. Gesù ed i credenti, per prima Maria, schiacceranno il maligno, ma lui sarà costantemente impegnato per insidiare il bello ed il bene.
E’ l’ora di incoraggiarci ripetendo il saluto dell’Angelo: “Rallègrati: il Signore è con te” ed invocare quel Dio, ancora per noi ignoto, perché aiuti a proclamare: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».