Sofonìa 3,14-17; Salmo Is 12,2-6 ; Filippési 4,4-7; Luca 3,10-18
Siamo, tutto il popolo, in attesa. Di cosa?
Di chi e come libererà il popolo dalle situazioni di schiavitù (Covid, malattie, disastri sociali, naturali, poteri che badano a rimpinguare i propri successi). Verrà qualcuno a liberare da ogni sopraffazione?
Le letture di questa domenica chiedono speranza.
“Rallègrati, grida di gioia, popolo di Dio, esulta e acclama con tutto il cuore” perché il Signore “ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia”.
Un appello alla speranza giunge anche dall’Apostolo Paolo: “Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti”. In questi giorni sentire nella coscienza questa serenità è poco probabile, ma l’Apostolo insiste: “La vostra amabilità sia nota a tutti”.
C’è qualche motivo per accogliere questo invito? Sì: “Il Signore è vicino!”.
La parola di Dio rende capaci di essere amorevoli nella sofferenza che indurisce il cuore: “Non angustiatevi per nulla”.
Come si fa, Signore, a non angustiarci per nulla quando la vita stessa sembra ci stia crollando addosso?
“In ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti”.
Fratelli, ascoltiamo, tutti, e incoraggiamoci l’un l’altro perché l’aiuto di Dio, senza la nostra opera, non potrà concludere nulla. Dio non è un mago con la bacchetta magica adatto a risolvere situazioni spiacevoli. Non lasciando il Signore, da solo, a realizzare salvezza “la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”.
Che cosa, dunque, dobbiamo fare?
Chi ha due tuniche ne doni una, chi riscuote le tasse non chieda più di quanto sia giusto ed onesto. Nessuno maltratti i fratelli né estorca loro il giusto per vivere una vita serena. Voi, dignitari, contentatevi delle paghe che ricevete e non permettete che una sola persona, a causa vostra, soffra il freddo o la fame.
Da molti, forse anche tra noi, sono state commesse ingiustizie che hanno dato troppo ad alcuni e niente ad altri.
Ma non è stato sempre così il mondo?
Per voi, però, non sia più così: “Io vi battezzo con acqua, annuncia Giovanni il Battezzatore, ma viene colui che è più forte di me. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Io non sono degno nemmeno di sciogliergli le scarpe.
E’ venuto. Lo abbiamo conosciuto e, se ne conserviamo memoria, ancora e davvero, permettiamo a Lui, il Cristo Gesù, di cambiare i nostri cuori. E collaboriamo con Lui, noi credenti nella Parola, affinché ogni persona possa tornare serena alla propria Gerusalemme, alla propria casa.
più brevemente: 12 DICEMBRE 2021 III DOMENICA DI AVVENTO C – GAUDETE
Sofonìa 3,14-17; Salmo Is 12,2-6 ; Filippési 4,4-7; Luca 3,10-18
Le letture di questa domenica chiedono speranza.
“Rallègratevi. In ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere e ringraziamenti”.
Chi ha due tuniche ne doni una, chi riscuote le tasse non chieda più di quanto sia giusto ed onesto. Nessuno maltratti i fratelli né estorca loro il giusto per vivere una vita serena. Voi, dignitari, contentatevi delle vostre paghe e non permettete che una sola persona, a causa vostra, soffra il freddo o la fame.
Noi credenti nella Parola, collaboriamo con Gesù, il Cristo, affinché ogni persona possa tornare serena alla propria Gerusalemme, alla propria casa.