Siracide 27,5-8; Salmo 91 (92): 1 Cor 15,54-58; Luca 6,39-45. Salmo 18, 27
Giudicare il passato, guardare “la pagliuzza che è nell’occhio del fratello e non accorgerci della trave che è nel nostro occhio” è dannoso ed errato, considerando che “quando un uomo discute, ne appaiono i difetti”.
Il non giudicare include la prudenza nell’accogliere parole che non siano parola di Dio: “Non lodare nessuno prima che abbia parlato” e, secondo il salmista, è urgente la scaltrezza: “con l’uomo puro tu sei puro, con il perverso tu sei astuto” (non ti fai ingannare). “Il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo” e le azioni concrete e il comportamento svelano l’autenticità e la coerenza del discepolo.
Il brano di Vangelo di questa domenica è completamento di quello della domenica passata e preparazione all’imminente cammino quaresimale, caratterizzato dalla capacità di guidare un cieco sulle vie della bellezza: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?». “L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene”: non sempre “dal cuore sovrabbonderà il bene”, ma “quando il corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e il corpo mortale d’immortalità, si completerà la parola della Scrittura”.
Lo stile di vita di chi ha ascoltato e accolto la Parola di Gesù è di rinnovare ogni giorno il proprio sì alla Parola.
Consolarsi della parola di Dio quando sembra chiara la sua assenza si rende necessario e bello sapendo che “la fatica non è vana nel Signore”.
Non molti momenti di gioia ha posseduto Gesù nella sua esistenza terrena. Chi segue il cammino di Gesù, sapendo che “un discepolo non è più del maestro”, abbia il dono di essere ed operare “come il suo maestro” e “sia ben preparato” alla resurrezione, non solo alla morte.
Ogni credente ha la capacità di completare ciò che manca nelle sue membra alla Passione e Resurrezione di Cristo a favore della Chiesa, Corpo vivente di Cristo.