Atti degli Apostoli 14,21b-27; Apocalisse 21,1-5°; Salmo 144 (145); Giovanni 13,31-33a.34-35
Sogno, Utopia realizzabile
Il rapporto tra il Dio annunciato da Gesù e l’uomo è basato sull’Amore. Dio è Amore e l’Uomo è chiamato ad essere sempre più sua immagine somigliante.
Perché questo Amore prenda forza ha bisogno di un ambiente, di persone, che condividano l’Amore. Gesù ne parlò e lo manifestò ai suoi “quando Giuda fu uscito dal cenacolo”, non prima.
Gli amici di Gesù che, pur pieni di difetti, non difettavano di Amore, crescevano di numero e di Amore tanto che gli Apostoli dovettero designare “per loro, in ogni Chiesa, alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto”. Aumentava l’entusiasmo dei credenti e gli Apostoli “riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede”.
Ai credenti si rivolge la promessa del Padre: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
Gesù, da parte sua: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».


Il Comandamento di Gesù è il sogno di Dio, l’Utopia di Papa Francesco, l’aspirazione degli umili, l’invito dolce e affettuoso, ultima speranza per la salvezza dell’uomo, non una Legge.
Il rapporto di Amore nella famiglia di Gesù e dei suoi amici cresceva talmente che Giovanni Apostolo, pieno di Spirito, disse: “Vidi un cielo nuovo e una terra nuova, una città santa, la Gerusalemme nuova, scendere da Dio”.
Può iniziare una nuova civiltà, una nuova storia del popolo di Dio, sua famiglia, e tutti “saranno suo popolo ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate”.
Constatando la storia attuale, nella quale discepoli di Cristo, anche in suo nome, si combattono ed uccidono, si rendono reciprocamente Caino nemico e uccisore di Abele, c’è da domandarsi cosa ne abbiamo fatto della parola di Dio. Nessuno può arrogarsi il diritto di dire: “Io non ho peccato”. Abbiamo creato e ben ci siamo inseriti in una società infedele alla Parola.
All’adempimento della Parola dobbiamo tornare per poter fare non trattative, ma conversione dalla morte alla vita e passare all’Amore.
Non si può stare con l’uno o con l’altro: si può e si deve stare soltanto con Parola: “Amatevi come io ho amato”. Il resto sono chiacchiere, non belle, raramente utili: confondono gli umili ed i semplici che rimangono vittime inermi dell’uno o dell’altro Caino.