Il Vangelo non è la descrizione di ciò che ti è proibito fare, ma di chi ti è chiesto di essere.
Un percorso, non una strada.
Un percorso, non binari.
Non anticlericale, a-clericale; non antipolitico o anarchico.
Non ‘anti’ qualcuno o qualcosa: daresti a persone o cose diritto all’esistenza. Diresti che, essi o esse, sono qualcuno o qualcosa. Legittimeresti il nulla.
Il nulla non è e l’abbiamo fatto esistere. Ed ha preso il predominio.
Il “nulla” nel Vangelo e nella Sacra Scrittura è presente ed è descritto come ‘l’essere fuori’: in alcune occasioni, per spiegarne la bruttezza, anche Gesù è stato costretto al linguaggio umano ed ha parlato di ‘fuoco, fiamme, pianto, stridor di denti’.

In Dante (uomo che molto si è accostato all’Amor che tutto move) ha assunto forme e modi totalmente di terra ed, alla fine, ha confessato che, ormai giunto al traguardo, gli‘mancò possa’.
Qual è ‘l geomètra che tutto s’affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond’ elli indige,
tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l’imago al cerchio e come vi s’indova;
ma non eran da ciò le proprie penne:
se non che la mia mente fu percossa
da un fulgore in che sua voglia venne.
A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle.
In Paolo di Tarso, 2Corinzi 12, 1-4: “Se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare”.
Una strada ha limiti, spesso staccionate o recinsioni (in termini più moderni); non parliamo, per favore, di binari, di codici (che poi sarebbero, per molti, i binari); nemmeno di autostrade dove ci sono anche i caselli e chi non paga non passa.
Un sentiero certamente è più libero e meno recintato, ma ancora non è un percorso.
Seguiamo orme dietro i piedi di Qualcuno che non ha avuto Maestri all’infuori di se stesso che è Parola.
Parola che mai è stata menzogna o mezza verità e per questo è finita in Croce.
Un percorso è un ideale, traguardo non irraggiungibile, ma ambizioso, che suppone non essere mai meta raggiunta.
Ogni passo che compi ti fa venire il desiderio, l’aspirazione di compierne un altro.
Nella Scrittura è scritto ‘Io sono’.
E tu? Sei ‘immagine somigliante’ di ‘Io sono’.
Non devi ‘far’ nulla; devi soltanto cercare di essere ‘immagine’.
(didon)