Malachìa 3,1-4; Salmo 23 (24); Ebrei 2,14-18; Luca 2,22-40
Isaìa 58, 7-10; Salmo 111 (112); 1Corìnzi 2,1-5; Matteo 5,13-16
Luce e gloria per le genti
Il Padre ha inviato un suo «messaggero a preparare la via»: Gesù, Parola fatta Carne, che ha insegnato: «Il digiuno che voglio è dividere il pane con l’affamato, saziare l’afflitto di cuore, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo, togliere di mezzo l’oppressione, puntare il dito e parlare empio».
Rispondendo ad obiezioni possibili sulla accoglienza, ha aggiunto: «Senza trascurare i tuoi parenti».
Gesù non nega i valori umani. Non vuole che siano contrapposti a Dio, non vuole divisioni, separazioni tra l’uomo (Creatura) ed il suo Creatore. Per questo «Cristo si rese in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso. Proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova».
Accolta la Parola, gli «occhi vedono la tua salvezza, preparata per tutti i popoli» soprattutto se, insieme all’apostolo Paolo, si è in grado di affermare: «Io mi presentai a voi per annunciarvi il mistero di Dio nella debolezza e con molto timore e trepidazione». La parola e la predicazione non si basino su «discorsi persuasivi di sapienza», ma «sulla manifestazione dello Spirito e sulla potenza di Dio». San Paolo ritenne «di non sapere altro se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso».
Annunciando la morte e la resurrezione di Gesù si prenda coscienza che è dono di Dio essere «il sale della terra» e «la luce del mondo», non dote umana; «perché la fede non sia fondata sulla sapienza umana».
E’ missione divina che «non può restare nascosta», ma essere simile ad «una città che sta sopra un monte»; l’identità del cristiano è missione posta «sul candelabro», a favore del Creatore e della Creatura per «far luce a tutti quelli che sono nella casa».
Gesù direttamente lo ripete: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini».
Contristati nella storia, apparentemente sempre, la promessa della Scrittura «la tua ferita si rimarginerà presto», si avveri la capacità reciproca di conforto! Ogni credente annunci la «luce per rivelarsi alle genti e la gloria del popolo».
«Allora la tua luce sorgerà come l’aurora»: non si operi più nel nascondimento. La Parola esorta: «Vedano le vostre opere buone». Senza alcuna presunzione, venga accolto come profezia l’annuncio «invocherai e il Signore ti risponderà: Eccomi!».
Sono ideali non effimeri; sono traguardi ambiziosi. Se le incertezze si fanno pressanti è bene ricordare che anche «Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui». Verrà, auguriamo, generato lo stupore che aiutò Maria e Giuseppe nel vedere che «Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui».
C’è da generare ‘un bambino’ che sia capace, regolarmente, ma lentamente, di crescere in ogni persona di buona volontà perché venga generata anche la capacità di rendere «gloria al Padre nostro che è nei cieli».