2Re 4,8-11.14-16°; Salmo 88 (89); Romani 6,3-4.8-11; Matteo 10,37-42
Accogliere perché …
«Chi ama» qualcuno o qualcosa «più di me non è degno di me»: mettere in alternativa Dio con altri valori è non aver né idea né amore per il Dio di Gesù e del suo Vangelo. È opportuno chiarire che il Dio di Gesù non mette il padre o la madre contro il figlio o la figlia.
L’uomo è immagine somigliante del Dio delle Sacre Scritture, non è alternativa a Dio. È immagine che si sta perfezionando. Dio ha donato soltanto un inizio: l’uomo è immagine in divenire. Ha «un tempo per tutte le cose»: ha fratelli, padre, madre; ha il genio, la libertà per costruirsi secondo la strada suggeritagli dal Creatore. Seguire la strada non è una condanna, ma un divenire bellezza, libertà, verità.Seguendo strade alternative si troverà dolore. Se il lavoro è sentito come condanna; se la madre o il padre sono alternativi a te o a Dio; se ti metti da una parte e collochi altri dall’altra parte, ti distruggi con le tue stesse forze e capacità. L’uomo non è alternativa: l’uomo è comunione. Ideale è l’uomo che costruisce liberamente la sua storia in collaborazione con tutti fratelli.
La libertà non è fare il proprio comodo: è ‘incontro’ con tutto il Creato e tutte le Creature. ‘Incontro’: uno di noi, ha riassunto parole e discorsi pesanti con questa sola parola. A lui è bello esser grati. L’uomo non ha nemici: ha fratelli nel nome del Dio di Gesù.
Dio non è ‘un altro’: puoi anche combattere con lui, riuscire a stancarlo. Se ci riesci dialogando, tu sarai l’Israele di Dio. Ecco: l’Israele di Dio sei tu. Il ‘combattere con Dio’ ha inizio in Genesi nel momento in cui Dio, dopo aver lottato con Giacobbe, gli cambia il nome, chiamandolo «Israele» (‘L’uomo che vide (l’angelo di) JHWH’ o ‘Possa Dio governare’ o ‘Colui che ha combattuto con Dio’). Ecco, quindi, il testo: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me».
«Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me»: la vita quotidiana è Croce perché circondati da persone che creano condizioni storiche malvagie.
La buona notizia del Vangelo dona nel segno del Battesimo il passare ogni giorno dentro la morte e l’uscirne ogni giorno vincitori: «Per mezzo del battesimo siamo sepolti insieme a Cristo nella morte». «Morti al peccato, viventi per Dio, in Cristo Gesù».
«Come Cristo fu risuscitato dai morti, anche noi possiamo camminare in una vita nuova». Accogliere la ‘vita nuova’ è trionfare: non c’è da esser ricchi o poveri. Accogliere non è una necessità storica e contingente. È un animo aperto, è avere un ‘cuore grande’: «Chi accoglie voi accoglie me e colui che mi ha mandato».
La magnanimità, l’amore non ha bisogno di domande e chiarimenti: «Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli». L’uomo esige ideali e perché non elemosine. L’essere ‘uomo cristiano’ non c’è bisogno che sia certificato, scritto, documentato; la fede non si timbra. Si vive, nemmeno si dichiara.
Esistono molti più cristiani di quelli che contiamo come tali. E l’opposto: esistono meno cristiani di quelli che si dicono tali.
Il motivo dell’accogliere cristiano è «perché è un discepolo»: si cercano maestri. Si dovrebbero ricercare discepoli di un unico maestro: Gesù Cristo.
Nel comprendere valori ed ideali nasce un nuovo uomo, nasce un popolo che è ‘popolo di Dio’. E non c’è bisogno di aspettar molto: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione». Da un giorno all’altro, da un anno all’altro «tu stringerai un figlio fra le tue braccia»: accogliere è esser profeti del sorgere di ogni nuova vita.
(didon)