Le nostre campane non bastano più!
Al suono della campana piccola, alle 14,00 della domenica, i bambini si recavano a frotte nelle quattro chiese parrocchiali ed, a gruppetti, imparavano a memoria il Catechismo di Pio X.
Piero (tutt’altro che ‘matto’, uomo di fede e filosofia popolare) suonava la campana dell’Agonia e, in casa e in strada, la comunità si segnava con un sommario ed accurato segno di Croce implorando per il moribondo la misericordia divina. Seguiva o precedeva il suono del campanello dei sacrestanelli che accompagnavano il parroco: qualcuno teneva l’ombrellino, il parroco il Viatico e l’Olio Santo.
Le campane regolavano la vita della Comunità: Sabato Santo, a mezzogiorno, si ‘scioglievano le campane’ e si tornava a sentire la festa. Il Venerdì Santo il suono del crotalo invitava i fedeli alle ‘Tre ore di agonia’ nella chiesa della Rosa.
Le nostre campane non bastano più. Se si pensasse di sostituire la testimonianza con le campane, queste rimarrebbero belle: ma non bastano più.
Martirio è testimonianza: Gesù è il primo testimone, il primo martire; testimone è Pietro che ha camminato sulle nostre strade. Testimoni e martiri furono queste ossa che veneriamo, ma non diamo più ai figli i loro nomi. Nessuno si chiama più ‘Gnano’: Secondiano, Veriano, Marcelliano. Forse non abbiamo più martiri? Non è vero: il nostro don Vanio non è forse un martire della fede? Forse non sono martiri i giovani che abbiamo in cielo, periti per lo scempio compiuto nel Creato?
Onoriamo i martiri del passato e quelli di oggi: conosco martiri e oso, testimoni giovani ed anziani ed esulto. Il cuore non è fermo anche se nostalgie generano lacrime brevi sul viso. Non siamo noi ad accontentarci di piccoli ideali; non noi cerchiamo ideali che si comprano con il denaro. Sorgono ancora testimonianza e martirio e diffondiamo ideali, anche se perseguitati da chi non vuole che spiri alito di vento e da chi vede in ogni alito di vento una tempesta.
Il ‘vivere e basta’ … non ci basta! Martirio è fedele testimonianza della presenza di Cristo nella sua Chiesa, quella costituita dai fratelli. Il martirio è trionfo della vita sulla morte.
Bisogna far rivivere queste ossa secondo la profezia di Ezechiele: «Profetizza e annunzia a queste ossa: entrerà in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore». «Guardai e, sopra le ossa, la carne cresceva e la pelle le ricopriva. Pregai: ‘Spirito, soffia su questi morti, perché rivivano’. Lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita; erano un esercito grande, sterminato. ‘Figlio dell’uomo, queste ossa sono tutta la gente d’Israele’».
È vero: le nostre campane ‘non bastano più! Usiamo le urla del vento, il fragore del mare; facciamo un mondo di gioia. Gridiamo la gioia d’amore. Gridiamo la gioia d’amare. Bisogna gridare, bisogna suonare, bisogna cantare, bisogna sognare’. ‘Vive Jesus el senor’! La comunione dei fedeli rende grazie a Dio: ci date entusiasmo! Ci donate emozione!’.
(didon)