Isaìa 22,19-23; Salmo 137 (138); Romani 11,33-36; Matteo 16,13-20
Dio dello stupore e della lode
1. «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?».
La ‘gente’ è molto confusa: troppi contrapposti messaggi vendono scelte politiche, economiche, favori, lavoro.
Riguardo a Gesù, ancora oggi, «alcuni dicono che sia Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
L’annuncio della Parola, se trascura la contemplazione, diviene ricerca di personali attese ed utilità. Questo modo di annunciare, prima o poi, ascolterà: «Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto».
Il «Ma voi, chi dite che io sia?» dimostra che i discepoli non avevano compreso. Uno soltanto, «Simon Pietro», rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù rimase sorpreso dalla risposta di Pietro? Era l’unico entusiasta, commosso, ‘tifoso’ di Gesù, che, ammirato, gli rispose: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona!». Chiarì, poi, che «né carne né sangue te l’hanno rivelato»: non con mezzi umani hai conosciuto, visto, ‘sei entrato in Dio’. “Essere in Dio” non l’hai scoperto tu, ma te lo ha ispirato «il Padre mio che è nei cieli». Lui è Padre: sempre attende e chiama; quasi invoca che tu ti incammini verso lui.
Il Padre dona la capacità di comprendere ed accogliere, ma a Pietro: «E io a te dico: tu sei Pietra e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Termina la missione, quasi fisica, di Gesù sulla terra ed inizia quella dei suoi fedelissimi: «e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa».
Pietro, capace di accogliere Parola fatta Carne, ha saputo “entrare” nell’invisibile; ha ricevuto l’incarico, la missione, il potere di pascere «il gregge di Dio, non come padrone delle persone, ma facendosi modello del gregge». «A te darò le chiavi del regno dei cieli». Non accogliendo la missione di Pietro, ci si affanna ad inventare messaggi parziali ed inopportuni, dimentichi che a Pietro è stato detto: «tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
2. Gesù: «ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo»: non parlate di questo perché non comprenderebbero. Attendete il segno: la Resurrezione dai morti. Gesù sarà il primo e sarà annuncio di redenzione al mondo. Accaduto il segno, voi lo comprenderete ed io «lo conficcherò come un piolo in luogo solido» e la fede «sarà un trono di gloria per la casa del Padre».
La commozione e l’emozione debbono entrare nei cuori davanti a Cristo Redentore.
Nel Vangelo secondo Giovanni è scritto che il mondo è stato sottoposto al maligno fino alla Resurrezione di Gesù. Di lì inizia l’opera di restauro dell’umanità attraverso la comunione con il Risorto. Oggi una parte del mondo avversa Cristo perché sottoposta alla menzogna, al Maligno; una parte non lo conosce o lo conosce in modo improprio e malvagio; una parte si dice cristiana ed è in viaggio verso la perfezione. I credenti non sono da costringere a compiere gesti di tipo cristiano, ma chiamati dal Padre a tornare all’ascolto della Parola ed alla sua sequela.
3. «O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio!»: bisogna essere fatti di una stoffa diversa; una tessitura umana è utile per racchiudere un corpo, ma non è sufficiente per racchiudere l’immagine somigliante del Creatore. «Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!».
«Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere?»: si è capaci ancora di stupore? Stupore e lode. «O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?».
Il chiacchiericcio circonda e confonde la fede, ma è solo noia. Un solo annuncio è necessario: Parola «poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose».
E Parola diviene scuola di preghiera: «Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà». «Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani». «A lui la gloria nei secoli. Amen».
(didon)