Sapienza 7,7-11; Salmo 89 (90); Ebrei 4,12-13; Marco10,17-30
Parola esige Sapienza e Dono
«La parola di Dio è viva»: dona entusiasmo, ideali; è «efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; discerne i sentimenti e i pensieri del cuore».
Si dice: “Leggiamo le letture della Messa”. Parola non può esser ‘letta’, ma vissuta: è bello che Parola valori vitali. Non c’è necessità di esser teologi e grandi maestri perché «Il Padre agli umili concede la sua benevolenza e dà la sua grazia; ha nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le ha rivelate ai piccoli». Parola dona vita ai sentimenti: «Pregai e mi fu elargita la prudenza; implorai e venne in me lo spirito di sapienza».
E’ nella mani di ognuno la scelta di preferirla «a scettri e a troni: stimai un nulla la ricchezza al suo confronto. L’ho amata più della salute e della bellezza».
Parola non ha bisogno della domanda «Maestro buono, che cosa devo fare?». La riposta di Gesù è netta: «Nessuno è buono, se non Dio solo». E, per l’importanza del fare, Gesù risponde: «Tu conosci i comandamenti». Vi è presunzione nell’affermare: «Tutte queste cose le ho osservate». Gesù non fa notare il difetto ed invita: “Una cosa sola ti manca”: «Va’!». L’andare comporta scelte coerenti: «Vendi quello che hai; dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo».
«Vieni! Seguimi!». «Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato». Perché? «Possedeva molti beni». Non c’è bisogno di aver molto per possedere. Basta qualcosa alla quale siamo uniti, desiderosi di non perdere e rimandare in dono. E’ qui che l’animo cede: quante cose ho fatto? Tante! Cosa mi rimane? Nulla. «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio. Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio!».
Sono però ancora in tempo; anche se mi mancasse un solo istante da vivere: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
«I discepoli erano sconcertati dalle sue parole»: loro i discepoli, sono sconcertati? E noi? «Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra!».
«Gesù riprese» decisamente «a parlare e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio!» per chi ha posto come dio il denaro ed il possesso.
«È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio»: sono una iperbole le parole di Gesù? Non oso mutare una virgola della Sacra Scrittura: so che Gesù ha proferito queste parole, non altre. Non si può mettere insieme il Dio di Gesù ed il dio denaro e possesso.
«Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Gesù non scaccia alcuno, lascia la porta aperta per chi voglia entrare: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Come la Chiesa di Gesù Cristo è fedele? Subito si risponde: il Papa, i Vescovi, i preti, gli istituti religiosi, le diocesi, le parrocchie? Non ti accorgi che la parrocchia sei tu, che la Chiesa sei tu? Perché non rivolgi a te stesso la domanda? Convertendo te stesso, convertirai la Chiesa.
La domanda da porre, piuttosto, è questa: Gesù ha dato se stesso per il peccato del mondo ed io come sono disposto alla sequela? C’è da vergognarsi di fronte a Gesù. Ma la vergogna non serve a nulla.
Spero si abbia tempo per convertirsi. Ma non ti accorgi che il tempo finisce? Vorrei donare tutto. E mi sento geloso di donare. Vorrei anche la proprietà del dono. Non l’ho fatto. Sono vile d’animo. Che il Signore doni tempo.
La preghiera confidente ragiona poco e implora: «Donaci tempo per imparare a pregare, a vivere, a seguirti. Donaci di amare sopra ogni cosa Gesù Cristo e, valutando con sapienza i beni di questo mondo, diventare liberi e poveri».
(didon)