Geremìa 31,7-9; Salmo 125 (126); Ebrei 5,1-6; Marco10,46-52
Gettare via il mantello e tornare
‘Peccato del mondo’ è non riconoscere Gesù Cristo come Salvatore e Liberatore.
Ovunque sia odio e stoltezza si è vittime e carnefici ed il peccato del mondo diviene manifesto contro ogni umanità.
E’ questo il tempo della grande ‘apostasia’? Essa non è un momento magico ed istantaneo; nasce e cresce con il decadimento della fede. Non è mandata da Dio: è costruita quotidianamente dall’indifferenza e dalla stoltezza.«Nessuno vi inganni: il mistero dell’iniquità, ogni giorno, è già in atto», ma non sarà sua la vittoria: Parola invita ad «Innalzare canti di gioia» perché «Il Signore ha salvato il suo popolo»; la promessa sua rimane per ‘sempre’. Ogni giorno è presente il male che insidia; ogni giorno è presente il Signore: «Ecco, li riconduco, li raduno: ritorneranno qui in gran folla. Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni».
Rimedio alla stoltezza è rivolgere attenzione a Dio, non all’uomo; meditare chi puoi essere davanti a Dio, non come agire per essere glorificato dall’uomo.
Di fronte alla desolazione che una parte dell’umanità costruisce, sta Parola di Dio: «Gesù Cristo è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore», essendo anche «lui rivestito di debolezza». Gesù Cristo è l’unico «chiamato da Dio all’onore ed alla gloria di essere sommo sacerdote». Nessuno altro può esserlo. Il Padre a Gesù Cristo soltanto dice: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»; gli conferisce questa dignità, come è detto nella Sacra Scrittura: «Tu sei sacerdote per sempre».
Chiunque partecipa liberamente al ‘peccato del mondo’ ha, pur sempre, motivo per trovare salvezza. Questa è dono del Padre: potrà qualcuno impedire al Padre di donare salvezza? Certo: il dono, per essere efficace, deve essere bene accolto. Abramo, a Sodoma e Gomorra, quanti giusti trovò per accogliere il dono? Nemmeno dieci. Per dieci giusti Sodoma e Gomorra sarebbero stati salvati. E non ce ne furono.
Si è di nuovo a Sodoma e Gomorra? La strada di Sodoma e Gomorra è continuamente percorsa dai costruttori del ‘peccato del mondo’. Eppure ognuno di noi credenti, soggetti al ‘peccato del mondo’ invoca: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Superficiali discepoli, che si dicono amici di Gesù, «rimproverano perché si taccia» e vedono come fastidio il fratello che invoca. Gesù, invece, ordina: «Chiamatelo!».
Ascoltando l’ordine di Gesù, si può divenire interpreti della misericordia, non scacciando e condannando, chiamando, anzi, i ciechi, dicendo ad ognuno di loro: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». In tempi infelici, la chiamata alla salvezza, è stata scambiata con altre chiamate sacrileghe per mandare a morte, al rogo, alla prigione.
La risposta da dare alla chiamata: il cieco, «gettato via il mantello dell’umano balzò in piedi e venne da Gesù». Gettare via, lontano da tutte le Chiese credenti in Cristo Gesù, il mantello che ricopre ‘il peccato del mondo’, l’apostasia dell’adorazione del denaro e del possesso, è vocazione per la liberazione degli umili e poveri.
Il «vi fate guerra e uccidete e sbranate gli umili ed i semplici» ha rifugio nell’intervento divino, perché «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, benedetto chi confida nel Signore».
La ‘grande Apostasia’? E’ questa; è da sempre in atto. Immediato sia l’invocare: «Rabbunì, Maestro buono, che io veda di nuovo!».
«E Gesù gli disse: Va’! La tua fede ti ha salvato». Andare è tornare alle radici della fede: il Vangelo, narrazione di Parola e della storica esistenza di Gesù Cristo Risorto e Salvatore.
Per chi compie questa scelta è Parola: «E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada».
Una preghiera sorga dal cuore: «O Dio, Padre buono, ascolta il grido della nostra preghiera e fa’ che tutti gli uomini vedano in Gesù Cristo il dono della tua misericordia».
(didon)