Il cammino di Pasqua con don Steno Santi: Nello spezzare il Pane il riconoscere
Eucaristia è… memoriale
Anche il terreno, l’umano riceve il dono immeritato del divino. Non siamo capaci di accogliere un Dio – Uomo che per essere uomo ha assunto qualcosa di imperfetto da abbandonare, poi, per poter tornare al Padre nella gloria. Non sarà un vero abbandono: Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, “non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre”.

Non si è abbassata la divinità; è stata innalzata l’umanità; non è stata abbandonata.
Gesù non ha lasciato in terra la sua umanità e se ne è tornato al Padre senza di essa.
Già all’inizio “in principio” l’umano era immagine somigliante del divino.
Oggi lo è non solo di più. Oggi la dignità umana ha a disposizione un salto di qualità.
Quando ci decideremo a vivere questa dignità?
Soltanto la Parola e il Pane, accolti, doneranno la capacità di contemplare una nuova umanità.