Il Signore Gesù domanda ancora oggi: “Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”.
Quale ambiente presentiamo a Gesù per mangiare la Cena, quali persone, quali ideali?
Presentiamo a Gesù luoghi e persone che sentano non solo esigenze, domande “costruite da mano d’uomo”, ma che siano “non appartenenti a questa creazione”.
In queste condizioni, non soltanto rituali ed esteriori, rispondenti a criteri umani, Gesù, ancora oggi, mentre, riunti insieme, mangiamo, prende il pane, lo spezza e lo dona a noi, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo».
Poi prende un calice e dice a noi: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”.
La nostra domanda: “Perché soltanto “per molti” e non per tutti?”.
La risposta è chiara: E’ dato per tutti quelli che vogliono accogliere il dono. Nessuno è escluso; a meno che, ancora oggi, dopo aver cantato inni, usciti dalla Cena con Gesù, andando “verso il monte degli Ulivi”, quello nostro, lasciamo allo scoperto le nostre debolezze, le paure, i tradimenti e i traditori e, un po’ tutti, fuggiamo impauriti davanti a coloro che pochi giorni prima hanno battuto le mani e gridato Osanna ed Alleluja ed oggi consegnano ad un giudizio popolare di linciaggio morale e fisico.
La riunione quotidiana con Gesù e l’essere con lui “un cuore ed un’anima sola” rafforzi nel poter acclamare il Signore dicendo: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Essendo “stati chiamati” ed avendo accolto l’invito, auguriamo che possiamo giungere a ricevere “l’eredità eterna che era stata promessa”.
“Eredità eterna” non è l’eredità che accade alla fine di tutte le cose, ma è ciò che ieri è stato, oggi è, domani sarà.
Non rimandiamo al futuro i giorni dell’amore: o quei giorni sono “oggi” o non saranno mai. Il futuro per il cristiano è l’oggi che si realizza.

P.S. Una cosa sono solito ricordare: se qualcuno non volesse ricevere questi pensieri prego di farlo conoscere: certamente più non disturberei.
Per coloro che vogliono seguire questo tipo di lettura:
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più brevemente: 06 GIUGNO 2021 SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO B

Il Signore Gesù domanda ancora oggi: “Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”.
Presentiamo a Gesù luoghi e persone che sentano non solo esigenze, domande “costruite da mano d’uomo”, ma che siano “non appartenenti a questa creazione”.
Auguriamo che «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto» e riceveremo “l’eredità eterna”: ciò che ieri è stato, oggi è, domani sarà.
Non rimandiamo al futuro i giorni dell’amore: o quei giorni sono “oggi” o non saranno mai. Il futuro per il cristiano è l’oggi che si realizza.