Geremìa 1,4-5.17-19; Salmo 70 (71); 1Cor 12,31 – 13,13; Luca 4,21-30.
Osare la verità.
La Sacra Scrittura ispira ideali esaltanti; aver paura di osare è il maggior ostacolo al crescere di ideali.
S. Paolo esorta ad osare “i carismi più grandi”: “carità rallegrata nella verità”.
Gesù esorta ad osare l’immenso: “Siate perfetti come il Padre”.
Osare la vita, invece che usarla. Il destreggiarsi in modo da non farsi male è chiamato prudenza: forse è soltanto viltà.
Aderire a Gesù Cristo non è un dovere da compiere: è ideale da desiderare e costruire con “verità nella carità”.
La Sacra Scrittura accompagna nel cammino i credenti: “Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto; ti ho stabilito profeta delle nazioni”.
Ispirare ideali è esaltante; aver paura di osare è il maggior ostacolo alla crescita di ideali. Non aver paura di osare nel manifestare la verità può sembrare incosciente e temerario. Superati i dubbi iniziali nel perseguire la bellezza necessita non la nostra forza, ma quella che Dio assicura.
S. Paolo esorta ad osare “i carismi più grandi”; “la carità rallegrata nella verità” in sé contiene ogni altra virtù: “è magnanima, benevola; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta; non avrà mai fine”.
Gesù esorta ad osare l’immenso: “Siate perfetti come il Padre”.
La via sublime è la “Verità nella Carità”: se non le possedessi sarei “come bronzo che rimbomba o come cembalo che strepita”.
Osare la verità nella carità: osare la vita, invece che usarla. Il destreggiarsi in modo da non farsi male è chiamato prudenza: forse è soltanto viltà.
La risposta comune a chi osa è la medesima di quella data a Gesù: Ma chi ti credi di essere? Sei soltanto “il figlio di Giuseppe”, il figlio del falegname.
Pensa a casa tua: “Medico, cura te stesso”.
E se rimproveri ricordando che “nessun profeta è bene accetto nella sua patria” ti si rivolgeranno contro e “si riempiranno di sdegno” contro di te. Il pericolo di sempre: chi dovrebbe insegnare a vivere la carità e l’amore fraterno “si alzerà e caccerà fuori della città” giungendo a condurre fin “sul ciglio del monte”, per gettare giù.
I malvagi di fronte alla verità nella carità “ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti”.
Non si può assistere passivamente di fronte al male ed ai malvagi: al minimo, passando in mezzo a loro e sfuggendoli, mettersi in cammino per un’altra strada.
Quando giungesse la medesima ora di Gesù sarà il momento di pregare il Padre perché doni parola per affrontare la temporanea croce e farne un passaggio per la resurrezione.
Nel testimoniare il Vangelo ognuno è ancora “bambino, parla da bambino, pensa da bambino, ragiona da bambino”.
E’ tempo, ora, di divenire “uomo”, ed “eliminare ciò che è da bambino”.
E’ vero: “Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia”.
“Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente”. Aderire a Gesù Cristo non è un dovere da compiere: è ideale da desiderare e costruire con “verità nella carità”.