Don Lamberto Di Francesco
Luca19,28-40; Isaìa 50,4-7; Salmo 21 (22); Filippési 2,6-11; Luca 22,14-23,56.
Guerra e desolazione tra fratelli, che dicono di essere credenti in Gesù, caratterizzano questa Settimana santa e la Scrittura ricorda: «La mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola».
Succeda il Venerdì Santo di avere il coraggio di riconoscere: «Veramente quest’uomo era giusto»; affermarlo di ogni fratello sofferente e, nella conversione, proclamare: «Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro».
Di Gesù la Scrittura dice: «Entrato nella lotta». Quale la lotta di Gesù?
Papa Francesco spesso ne parla. La lotta del cristiano è «pregare più intensamente» tanto che il «sudore diventa come gocce di sangue che cadono a terra» perché venga un Regno di santità, di giustizia e di pace.Nella Chiesa non c’è da dimostrare chi comanda il treno. Se non si sceglie la sequela di Gesù, il potere, i soldi corrompono. La lotta dell’uomo è mettersi seduti sulla poltrona del ricco, sfondare il suo cancello, richiuderlo, abitare la villa del ricco, tuffarsi nella sua piscina riscaldata, indossare, dopo la sopraffazione, un accappatoio bianco limpido. E’ ciò che sta accadendo: la storia infedele prende il sopravvento sui buoni che, come i «discepoli dormono per la tristezza». Gesù scuote il dormire: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
Per affrontare la lotta Gesù «assume una condizione di servo, diventa simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, svuotò, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce».
Nella lotta il suo pensiero è rivolto ai suoi amici, più che fratelli: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi. Fate questo in memoria di me».
Riuscire, Signore Gesù, ad essere come tu sei, compiere ciò che tu compi!
Gesù ricorda: «Vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?».
Domanderebbe ora: “E voi cosa avete fatto? Vi siete alleati con ogni usurpatore, con chi mette in croce i fratelli e siete complici di chi mi vende per 30 denari … quelli che consegnate ai produttori di armi fratricide!”.
Poter, per la Resurrezione, proclamare: «Gesù Cristo è Signore!»
C’è necessità di mutare i linguaggi. Quello di Gesù è: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve».
E’ lui che grida nel dolore dei fratelli: «Chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve».
Stare con le mani in mano non è possibile: «Il Signore ne ha bisogno».
Cambiamo le attese, riusciremo a cantare danzando: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore».
Si progetta, lavorando, spendendo, per riuscire a far guerra contro chi fa la guerra. Perché non spendere progetti, tempo e soldi, impegno per costruire pace?
Coloro che oggi compiono misfatti e guerra non sono eterni. Non sono i più forti, non sanno tutto, non conoscono che la forza è in Dio e nelle capacità che dona. Perderemo qualche battaglia. La pace trionferà. Crederci è possibile, operare può realizzare «Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
Accada «come in cielo così in terra».
Una preghiera al Signore e alla Vergine Addolorata: che «Io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato».