Proverbi 8,22-31; Salmo 8; Romani 5,1-5; Giovanni 16,12-15
La fede cristiana è basata sulla autenticità delle Sacre Scritture (La Bibbia).
Le Sacre Scritture hanno ancora «Molte cose da dirci» delle quali «per il momento non siamo capaci di portarne il peso».
Ci sembra di poter esser padroni di tutto, magari distruggendo i fratelli con la guerra: nessuno di noi è eterno e non saranno loro, torturatori della storia, a creare ‘nuovi cieli e nuova terra’, perché la loro storia sarà molto più breve dell’eterno.
Distruggeranno, sì, molto del bello presente: non potranno intaccare ciò che «dall’eternità è stata formata, la Sapienza Divina che fin dal principio, dagli inizi della terra, è».
Le Sacre Scritture questo lo insegnano con un linguaggio quasi umano ed umile, da bambini, che, soli, possono comprendere l’eterno: «Io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».Sembra non siano stati in molti a continuare questo amoroso dialogo, quasi gioco, con Dio, ma, con linguaggio santo, S. Paolo ricorda che, «giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo».
Il dialogo amorevole dell’uomo con Dio è continuo poiché la fede comporta una «speranza che non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato».
La speranza umana è come illusione o disperazione, è ricorso alla fatalità. Quando, invece, «verrà lui, lo Spirito della verità, ci guiderà a tutta la verità».
Non ci insegnerà cose nuove perché Gesù Cristo, Parola del Padre e dello Spirito, ha tutto spiegato, detto, chiarito, ma ci farà comprendere e ci «dirà tutto ciò che avrà udito e ci annuncerà le cose future».
L’opera terrena di Gesù avrà ogni chiarimento e sarà la Gloria del Padre per mezzo dello Spirito: «Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Non vi è differenza di prerogative tra il Padre, il Figlio, lo Spirito perché «Tutto quello che il Padre possiede è mio»; per questo Gesù ha «detto che prenderà da quel che è mio e lo annuncerà».
A noi compete la responsabilità positiva dell’Ascolto e dell’Annuncio delle meraviglie di Dio per tutte le genti.