Rileggiamo la Parola di Dio:
- Di Giovanni era stato detto: «Che sarà mai questo bambino?».
La risposta era stata: un uomo mandato da Dio… il suo nome era Giovanni. E davvero la mano del Signore era con lui.
Chi essere? Quale nome avere?
E’ duro rispondere? No, temporanee sono le parole: quelle di oggi non valgono più per domani, come quelle di ieri non soddisfano l’oggi. Che la parola impari a corrispondere alla Parola di Dio, come in cielo, anche in terra … così. Nello stesso modo.
- Giovanni venne come testimone per la luce. Confessò e non negò. Confessò. Ebbe la capacità di affermare chi era senza gloriarsi della sua missione.
Abbiamo la capacità di dire: «Non lo sono»? Quando parliamo con parole che provengono dalla Parola di Dio, queste sono proprietà di Colui che ci ha inviato, mandato.
E Giovanni rispose: “Io sono voce” che, nella mia parola di uomo, manifesto e testimonio Parola di Dio, Gesù, Testimone fedele. Sta in mezzo a voi e voi vivete come non ci fosse. Non siete capaci di riconoscere la Presenza o la trattate come cosa normale.
Per essere Testimone fedele: Lo spirito del Signore Dio è su di me, mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi.
Chi sono, dunque, io? Sono un altro Giovanni? O, almeno, cerco di imitarlo? Abbiamo contribuito a tenere alta la voce. Nessuno è stato capace di notarlo ma lì eravamo. Lì, cerchiamo di rimanere.
- Cosa debbo – dobbiamo – fare? “E come vivo? Vivo! In povertà mia lieta scialo da gran signore. L’anima ho milionaria” [2] … poiché mi abita la Speranza! A parte la caduca citazione letterariamente e musicalmente interessante, spiritualmente bella ma, in confronto alla Parola di Dio, povera, cosa posso dire, proporre di me e per me? Mi abita la Speranza? La risposta di Maria è eloquente: Magnifica: “Rendere grande” è il mio educare. Magnifica: “Rendere grande” è anche l’educare comune?
Indubbiamente, nelle intenzioni, nei propositi rispondiamo, nel Signore che ci sostiene: sì! Per questo, quando ci proviamo e ci riusciamo, anche lo spirito esulta in Dio. Come Maria, madre e sostegno, rassicurazione nelle incertezze per tutte le generazioni, i tempi, i popoli ci chiameranno beati. Il merito è della Madre che, come ogni madre, fosse anche stanca o malata, rimane sempre Madre sicura e fedele alla crescita dei figli. La risposta è: sì! E l’Apostolo conforta e spinge anche lui:
Fratelli, a voi, faccio sapere quale sia la volontà di Dio in Cristo Gesù: siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie; non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono.
Astenetevi da ogni specie di male … certamente, ma quale è il male? Oggi la domanda si pone in modo inquietante. La risposta è: Vagliate. Davvero sull’aia con il grande vaglio sul quale tutto si può porre perché è grande e capace di sostenere il peso possiamo riuscire a comprendere. Ma bisogna vagliare cosa e quale è la Parola di Dio che si avvera.
Chi può non accettare Parola di Dio, fatto carne di ogni carne, eccetto che nel peccato?
Ci soccorrerà, in questo, il Signore.
Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona (carne), spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!
[1] 2017-12-17 Domenica III Avvento b Is 61,1-2.10-11.1 Ts5,16-24.Gv 1,6-8.19-28
[2] Giacomo Puccini dall’opera La Boheme Libretto: G. Giacosa – L. Illica