L’antico Israele, chiamato da Dio suo Popolo a tratti infranse questa Alleanza con il suo Dio.
Nella sua misericordia, Dio promise una nuova Alleanza donando una Legge scritta sul cuore e confermò di voler essere il Dio del suo Popolo. Questa promessa ora si è avverata: Gesù Cristo è causa di salvezza per coloro che in lui hanno fiducia. I cristiani, nuovo Popolo di Dio, testimonianza di Gesù Cristo, per il peccato del mondo non riusciamo a realizzare sempre e bene il Regno del Padre.
Il Peccato del mondo, nella Scrittura paragonato alla lebbra, genera decadenza del cuore umano:
«Se qualcuno ha la lebbra se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento»[2].
Il peccato, non Dio crea infelicità: “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo, nella creazione, sono portatrici di salvezza”. Sì, Dio ha creato l’uomo come sua immagine somigliante.
La grandezza del cuore dell’uomo, per mezzo di Gesù, Parola e Pane, per mezzo del cuore libero, sincero genera sollievo e conforto.
Una donna diceva: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito sentì che era guarita dal male. Gesù le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata».
Quasi parola della Scrittura proclamiamo: “Voi, dal cuore grande, gridate di gioia!”[3] Abbiamo bramato l’incontro con Dio come latte spirituale, ora abbiamo anche Parola e Pane. Con la Parola e il Pane, ogni giorno del Signore, Festa, riviviamo le meraviglie della salvezza e nella Eucaristia, come i primi fratelli, abbiamo un cuore solo e un’anima sola.
E’ nella Messa che ci facciamo riconoscere come Cristiani perché desiderosi di Parola e Pane insieme a tutti i fratelli. Alcuni dei primi credenti giungevano anche a non considerare proprietà esclusiva quello che apparteneva a loro. Questo, non perché una Legge, Cristiana, costringesse a farlo, solo, invece, per una scelta libera e personale. Tutti i credenti in Cristo siamo chiamati a coinvolgere altri nella stessa avventura.
Il traguardo non è dividere ricchezze; è, invece, creare un Cuore Grande.
Nel celebrare la Festa, preghiamo, commossi, insieme il Padre: “Padre nostro, venga, oggi, il Tuo Regno, come in cielo, così in terra”.
Parlare, cuore a cuore, al Padre del cielo, anche se non è sempre facile nemmeno al figlio, al padre, alla madre, alla sorella, smuove ogni sentimento e fiducia tanto da poter dire: Dacci il pane quotidiano.
Se ci sentiamo quasi sommersi dal peccato del mondo, non scoraggiamoci. Anche Gesù ha detto: Adesso l’anima mia è turbata.
Quando il cuore è capace di aprirsi, si apre anche la bocca, il parlare, il gestire: il deserto scompare.
Perché sono Figlio se non per parlare con mio Padre?
Perché sono Padre se non per parlare con mio Figlio?
Quando riusciamo a parlarci, cuore a cuore, sembra proprio che «Un angelo ci abbia parlato». Il cuore, in quei momenti, si accorge di essere un cuore grande.
Vorremmo, anche, trovare qualcuno a cui poter dire: Vogliamo vedere Gesù, per rendercelo, se si potesse così esprimerci, più prossimo.
Dice Gesù per spingerci al largo: Questo invito non è venuto per me, ma per voi: nessuno, come cristiano, può dire: “Non mi riguarda”.
E’ bene che doniamo onore alla parola che sgorga dal cuore e dal cuore di chi vuole il bene.
Cerchiamo anche altre persone capaci di dire: “Posso, voglio provarci … ci provo”.
Gesù, senza tante chiacchiere e belle parole: Va’ a mostrarti al sacerdote.
Conseguenza della parola di Gesù è impegnarsi in un dialogo, coinvolgimento educativo e operativo con la Città: scuole, associazioni, istituzioni, persone nelle istituzioni. Perché? Coinvolta la comunità, coinvolti i singoli, attraverso la appartenenza – partecipazione, nella loro identità personale o istituzionale, non ci troveremo più soli. Mostrati al sacerdote, mostrati alla Città: da soli dove andate? Chi vi vede? Chi vi sente, ascolta?
Non smarrite questa strada, non la dimenticate: è un’altra strada, diversa e più efficace della solita. Piuttosto che continuamente flagellarsi sulle sfortune – inadempienze – difetti della comunità nella quale siamo ed arrabbiati – stuprati – violentati – plagiati volontariamente – apparentemente liberamente – autoflagellanti, iniziare a percorrere l’unica strada che può testimoniare una effettiva volontà educativa con prospettive di successo.
Da soli compiamo, come al solito imprese auto-laudatorie: Avete visto che ho fatto? Io sono bravo, buono, bello? E voi chi siete? Di cosa siete capaci?
Sgorghi la Preghiera: Non posso stare, Signore, senza proclamare e a divulgare la tua Parola.
Risanaci, o Padre, dal peccato che ci divide; aiuta a scorgere, anche nel mio volto lebbroso, l’immagine del Cristo, e narrare ai fratelli la tua misericordia. Gesù, ti supplico: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Scompaia da me questa Lebbra di paura; possa tornare a casa non più solo e abbandonato a me stesso. Tu, mi rispondi: «Lo voglio, sii purificato!».[4]
[1] DOMENICA XIII T.O. b Sapienza 1,13-15;2,23-24, Salmo 29,2.4-6.11-13; 2 Corinti 8,7.9.13-15; Marco 5,21-43. DOMENICA V Quaresima B Genesi 31,31-34; Salmo 50,,3-4.12-15; Ebrei 5,7-9; Giovanni 12,20-33
[2] Levìtico 13,1-2.45-46
[3] VI DOMENICA T. O. B Levitico 13,1-2.44-46; Salmo 31,1-2.5.11;1 Corinti 10,31. 11,1; Marco 1,40-45
[4] Marco 1,40-45