Deuterònomio 18,15-20; Salmo 94 (95); 1Corìnzi 7,32-35; Marco 1,21-28
Parola e Corpo
Dio creò l’Uomo come sua ‘immagine somigliante’: Non un essere ‘diviso’ tra corpo ed anima; nessuna contrapposizione tra valori spirituali e valori fisici. La persona umana, nel suo valore corporeo, non è alternativa a Parola: si ascolta con le orecchie, si parla con la bocca, si tocca con le mani. Il corpo è per l’odore ed il sapore forte della Parola. Dio manda Parola, fatta Carne, e noi la chiamiamo Gesù: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te un profeta. A lui darete ascolto». «Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto» e se «il profeta avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire». S. Paolo incoraggia: 1. «Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni». Esiste, nell’uomo non ‘cristiano’, un forte dualismo: Amor sacro \ Amor profano. Gesù, però, proclama: «All’inizio non fu così» e, occupandosi della condizione transitoria nella quale viviamo, S. Paolo scrive: «Chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie». Il problema non è costituito da moglie, marito, campi o case: se l’uomo perde di vista il traguardo dell’unità nel suo essere «si trova diviso!». La divisione è il peccato: è sentirsi ‘nudo’, mancante di qualcosa. La divisione è favorita da una formazione fuorviante: le passioni, vissute come mezzo di divisione, sono in realtà fonti vitali di ideali. Senza passioni si è mezzi-uomini. Si vive in modo parziale: «la donna non sposata si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito» e «la donna sposata si preoccupa di come possa piacere al marito». S. Paolo continua: «Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore», senza deviazioni, divisioni, separazioni. La santità è il vivere con serenità. Gesù desidera l’annuncio del Regno, ma non disdegna curare i corpi malati. «Ed erano stupiti del suo insegnamento»: le parole scritte possono suscitare dubbi e stupore. Di Gesù si diceva: «egli insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi». Questo insegnamento è strano e non ancora condiviso. Fonte di speranza è che il Creato intero è in Evoluzione e l’Evoluzione va verso la creazione di una persona indivisa. L’ideale da raggiungere è l’immagine somigliante con Gesù Cristo, Parola di Dio, fatta carne. 2. L’attuale è un mondo fatto per chi sta bene. E si chiama ‘deforme’ o ‘difforme’ chi non corrisponde a canoni estetici esteriori. Con ipocrisia usiamo modi di dire per salvare la faccia: ‘diversamente abili’. E le grandi anime che vivono in corpi deboli rimangono fedeli a Gesù Cristo che ha proclamato «Beati voi poveri». Si ascolta il prete simpaticone; chi presenta il Vangelo e non se stesso non da tutti viene accolto. È la storia di don Lorenzo Milani; è la storia di molti profeti! Il corpo aiuta tutto l’essere ad innalzarsi ad altezze sublimi. È veicolo di gloria non solo in persone esteticamente piacevoli, ma anche quando spasimi di sudore freddo rapiscono la vita che vien meno. Si dona vita nello stringere mani, nel donare parole, abbracci. Con la scusa di donare la vita si possiede e si offende o ci si dona senza creare l’amore. Distruggere tutto per edificare l’uomo secondo il Vangelo? Questa strada è errata. E, forse, dopo la distruzione, verranno cieli nuovi e terra nuova? Cerchiamo sorrisi, occhi, mani. Doniamo, accogliamo.
(didon)