Atti 4,8-12; Salmo 117 (118); 1Giovanni 3,1-2; Giovanni 10,11-18
Il bel Pastore
La Resurrezione di Gesù non è completa: è iniziata. Rimane da completare. La Parola proclamata nel tempo di Pasqua insegna che siamo chiamati a completare quello che manca alla passione e resurrezione di Gesù, nelle nostre carni, perché la Resurrezione sia realizzata in ogni uomo e, per suo mezzo, nel Creato.
Resurrezione, di Gesù e del Creato, e Vangelo si scontrano con un mondo che si dice ‘globalizzato’. Il termine non è esatto: il mondo è ‘globulizzato’. Il mondo non ha chiara l’attesa di una resurrezione che costruisca comunione. Il difetto penetra anche nel credente quando si costruisce come un globulo geloso ed invidioso, impenetrabile all’amore.L’assillo del profitto egoistico, l’utile, il ‘fregarsene’ costituiscono un mondo che abbandona l’Amore, schiavizzando realtà e persone. Incompleto è il credente «mercenario. Non è pastore, e a lui le pecore non appartengono. Se vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde». «Non gli importa delle pecore»: è simile ad un agente di commercio, stipendiato propagandista, in cerca di ignari clienti (proseliti) ai quali ‘appioppare’ un prodotto ingannevole. Il mondo ‘globulizzato’ non accoglie. «Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui».I Cristiani autentici vivono un modo di essere insolito, pur inseriti nella storia comune. Il vero credente cresce ed aiuta a crescere quando attrae attenzione, interesse, amore; non cresce per una predicazione mercenaria o per proselitismo. ‘Quelli che lo fanno sono pagani travestiti da cristiani”.
Due strade si aprono al Creato per tornare a Dio:
A. Stupore causato dal «nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti».
«Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui». Sorprendente è giungere a conoscere il Creatore che è ‘nostro’, non alieno: «Lo vedremo così come egli è». Preparando la visione, è bello tornare ad essere immagini, somiglianti il Creatore: è questa la Resurrezione.
B. Visione di un solo Pastore che precede nel cammino verso verdi pascoli: «Io sono il bel \ buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me». Il Bel Pastore dona conoscenza e vita: «Il Padre conosce me e io conosco il Padre; sono il buon pastore perché dono la mia vita per le pecore». Non c’è dono più grande: «Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio!». Non sono parole consolatorie: «Lo siamo realmente!».
«Il comando che ho ricevuto dal Padre mio» è amare e donare vita: «Nessuno me la toglie: io la do da me stesso». «Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita», per averne e donarne agli amici una migliore.
Gesù, il Cristo, non si accontenta di obbedire al comando del Padre, va oltre: «Ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore».
(didon)