Numeri 11,25-29; Salmo 18 (19); Giacomo 5,1-6; Marco 9,38-43.45.47-48
Accogliere e donare
1. «Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza»: il ‘peccato del mondo’ è non accogliere il Figlio inviato dal Padre. Non affidare la propria vita a Gesù Risorto.
Non accogliere Gesù ha come conseguenza non accogliere i fratelli nella loro dignità e nelle loro necessità: «Il salario dei lavoratori e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore».
Nel cuore di chi segue fedelmente Gesù non c’è posto per gelosie e invidie insensate: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». «Ma Gesù disse: «Non glielo impedite». Pensare di sostituirsi a Dio sentenziando sulle opere belle o brutte compiute dai fratelli sarebbe sostituirsi al Padre unico Giudice: «Sei tu geloso per me? Non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi».
Più grave ancora è l’essere di inciampo ai fratelli che desiderano la presenza di Gesù Risorto: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli» (discepoli di Gesù: non solo bambini) che «credono in me è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare».
È da malvagi distogliere o ostacolare la fiducia dei semplici. Gesù non mitiga le sue severe parole, anzi aggiunge: «Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala».
Il valore di ciò che è materiale è caduco e muore prima o poi: commentare alla lettera la parola di Gesù è, forse, eccessivo? Non sappiamo: la mente ed il cuore debbono, comunque, invertire – convertire la direzione del cammino.
2. Il valore della Parola è ‘per sempre’ (eterno è il continuo ‘oggi’). Saper accogliere il momento presente nel nome del Signore Gesù è necessità per i credenti: «Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!». Non dovrebbero esserci mezze misure nell’amore verso Dio e, in suo nome, verso i fratelli. È l’unico rimedio possibile contro il ‘peccato del mondo’. I discepoli dicono a Gesù: «E chi può, allora, salvarsi?». Nessuno con forze umane; tutti lo potremo «nel suo nome».
Il bene \ bello è, quindi l’opposto del ‘peccato del mondo’ e si realizzerà pienamente:
quando avremo parlato ‘nel nome del Signore Gesù Crocefisso e Risorto’;
quando tradurremo in opere la Parola «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua» o un minimo di ascolto.
Importante, più di quel che si pensi, è che accada «nel mio nome» e «perché siete di Cristo». Il fratello è per me sacramento, mezzo, dell’incontro con Dio. Non sono sufficienti motivazioni di generosità interessata.
Come esemplificare? Il credente in Gesù non parla di ‘ecologia’ per la paura che la natura si ribelli agli errori delle tecnologie umane, ma di ‘Teologia del creato’ perché Dio è presente tutto in tutti ed in tutte le cose a seconda dell’accoglienza che la creatura dona al Creatore.
La promessa di Gesù diviene sicura realtà: «In verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa».
Sgorghi dal cuore la preghiera: «O Dio, che in ogni tempo hai parlato al tuo popolo», aiutaci affinché, per mezzo dell’ascolto alla Parola e delle opere da noi compiute, «siano annunciate le meraviglie del tuo amore».
(didon)