Hosto
Il bambino si fermò udendo il suono dell’organo…spinse la porta della chiesa Cattedrale ed entrò. Il bimbo preso dalla solennità della cerimonia (pr lui quasi incomprensibile) si avvicinò alla conchiglia porta acquasanta … una grattatina all’orecchio e decisamente allungò la mano per bagnarla con l’acqua santa. Non ci arrivava… un piccolo salto e tutte e due le mani si attaccarono al bordo della conchiglia …ancora uno sforzo con le punte delle scarpe contro il muro … ce l’aveva fatta.
Il braccio intero era immerso dentro l’acqua santa.
“Hosto” disse Gnanone che si trovava lì vicino, che appozzi?! Nun te crederae mica che è acqua melata?! (L’acqua melata è quell’acqua che serve per fare i birolli) ma è più birollo chi li mangia…
Il nostro eroe ci racconta che: un tizio tuscanese o tuscaniese???????????????? andò a Roma a S. Pietro. Per nulla impressionato da tanto spettacolo artistico, abbassò gli occhi noncurante … ma proprio allora:”Furmine le serce” disse costernato nel vedere la pavimentazione della piazza di S. Pietro.
Entrò allora con passo deciso nella basilica, vide di passaggio, in fretta, annoiato e quasi con rabbia le opere gloriose e imperiture; ma prima di uscire comprese finalmente la magnificenza della Basilica nel vedere il chiavistello della porta e fece: “Porca miseria, oh! Che catarcione !.
Ripensandosi sul fatto della Basilica tornò indietro, si avviò di nuovo a visitarla, guardando tutti i particolari misurando coi passi e, dove non poteva arrivare coi piedi, a occhio la lunghezza e la larghezza, gli spazi e cercando di comprendere la resistenza delle colonne … uscendo, finalmente, dopo la sua accuarata visita, disse: “Però, l’è spregata tutta sta roba. Sa’ che stalla che ce verrebbe!”.
Vi saluta EMCO
Gnanone ci saluta e ci scrive: “Vi sto preparando un articolo intitolato: “Acqua corre e sangue stregne” ovvero “Due donne tuscanese all’uscita della chiesa a S. Marco con parole di vero tuscanese e aggiunghe nella sua lettera:”Nun te ce ‘ngrengà su quella pop o de sedia … che la fae de peo come ‘n cocombro”!
Il Calabrone 2020
Anno del Coronavirus
Ricordi personali:
A Ravenna in visita alla tomba di Dante Alighieri. Parcheggiata poco distante la ‘500 mi metto a guardare ammirato la tomba di Dante.
Arriva una donna che vedendo la macchina targata VT dice: “Va’ ‘sta 500 è di Viterbo. Chissà di chi sarà?!”
Io subito: “E’ mia e sono di Tuscania. Ma lei chi è? La moglie di Gnanone ?”
Era lei.
Altro episodio (capitano tutte a me?)
Palazzo papale, Curia Vescovile Viterbo, sul loggiato esteriore, presso la fontana. Vedo Don Steno, carissimo a me e a tutti, ed un bel signore alto vicino a lui. Don Steno: Don Lamberto che fortuna a vederti qui. Come Stai? Mah! Abbastanza bene”! Bene, per me, è difficile dirlo! Sei fortunato a trovarmi qui. E sai che è questo signore vicino a me ?! Io: “E chi è? Gnanone?”.
Era lui!
E don Steno: “Eh! don Lamberto” , in tono di rimprovero “ è Secondiamo ……………………..”
“E’ uguale, don Stè … io lo conosco, non di vista, e lo stimo immensamente, si chiamerà Secondiano, ma per noi è Gnanone!.”.
Sono necessarie un po’ di queste notizie per sconfiggere il Coronavirus.